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    Codice sensori magnetici


     

    Generalità



    I sensori magnetici sono dispositivi che, in presenza di campi
    magnetici, cambiano lo stato dell'uscita del circuito. Vengono
    normalmente utilizzati come finecorsa di prossimità su cilindri
    con magnete permanente nel pistone. Applicando il sensore
    nell'apposita sede sul corpo esterno del cilindro, si può rilevare
    la posizione del pistone tramite un contatto elettrico o un
    segnale in tensione. A seconda del tipo di sensore, l'elemento
    sensibile può essere rispettivamente un relè REED oppure un
    chip magneto-resistivo (GMR). I sensori sono disponibili nella
    versione con uscita cavo oppure con connettore. Il nostro
    “custom service” è a disposizione dei clienti qualora i nostri
    prodotti di serie non soddisfacessero le esigenze.


    Generalità

     

    Scelta del sensore




    Il sensore è un interruttore che solitamente è connesso in serie
    ad un cavo: è importante quindi che sia installato rispettando
    le caratteristiche elettriche dichiarate.
    I principi di funzionamento sono due:


    • RELE' REED dove l'elemento sensibile consiste in un'
      ampolla di vetro che contiene due lamelle metalliche
      polarizzate. Queste lamelle si attraggono in presenza di
      campo magnetico. Può funzionare con alimentazione Vdc o
      Vac. L'elemento sensibile potrebbe avere malfunzionamenti
      in presenza di forti vibrazioni.
    • ELETTRONICO dove l'elemento sensibile è un chip magnetoresistivo (GMR) che, in presenza di campi magnetici,
      cambia lo stato di un'uscita. Funziona esclusivamente con
      alimentazione Vdc ed ha una vita, teoricamente, infinita.
      L'elemento sensibile è immune alle forti vibrazioni.
    La scelta del tipo di uscita tra PNP e NPN è generalmente
    guidata dall’integrazione nel sistema di automazione pre-esistente: per un corretto funzionamento del sistema, il tipo di
    uscita del sensore deve corrispondere al tipo di ingresso del
    controllore (o PLC) utilizzato. In generale la soluzione PNP è
    più diffusa in Nord America ed in Europa mentre la soluzione
    NPN è più diffusa in Asia. I sensori di tipo PNP sono vulnerabili
    ai corti circuiti mentre i sensori di tipo NPN possono generare
    falsi segnali al controllore in caso di contatto indesiderato
    verso massa. Infine un’ultima distinzione riguarda la selezione
    dello stato del sensore in condizione non attiva, ovvero tra
    sensore normalmente aperto (NA) o normalmente chiuso (NC).
    Nel primo caso il sensore si comporta secondo una logica di
    rilevamento positiva, non genera segnale in caso di interruzione
    di un conduttore ma può generare falsi segnali in caso di corto
    circuito. Nel secondo caso il sensore si comporta secondo
    una logica di rilevamento negativa ed un eventuale conduttore
    interrotto generebbe un falso segnale. In entrambi i casi la
    logica può essere invertita facilmente dal controllore (o PLC)

    Avvertenze nell’uso dei sensori magnetici



    I sensori magnetici sono spesso utilizzati in abbinamento a
    magneti che ne generano l‘attuazione e che sono tipicamente
    integrati all’interno degli attuatori. La caratteristica principale
    di un qualsiasi sensore magnetico digitale è la sensibilità che
    rappresenta il valore di intensità del campo magnetico alla
    quale il sensore commuta l’uscita. Riferendosi allo schema
    riportato sotto, il grafico mostra la tipica forma d’onda
    dell’intensità di campo magnetico assiale misurabile da un
    gaussmetro in posizione centrale (PC). In base alla sensibilità
    del sensore e alle caratteristiche del campo magnetico, un
    sensore posizionato centralmente può commutare l’uscita più
    volte durante la corsa dell’attuatore. Se non diversamente
    indicato, in generale una buona pratica di installazione
    consiste pertanto nel non posizionare il sensore centralmente,
    bensì di inserire il sensore lateralmente dal fondo della
    cava del dispositivo e regolare manualmente la posizione
    di commutazione realizzando più corse dell’attuatore.
    Normalmente i sensori sono infatti utilizzati per identificare
    esclusivamente le condizioni di fine corsa. Per altre condizioni
    operative si prega di contattare il supporto tecnico.



    Intensità

     

    Circuito di protezione per sensori



    La commutazione di carichi induttivi da parte dei contatti
    REED produce un elevato picco di tensione al momento della
    disinserzione. Per tale motivo, al fine di prevenire eventuali
    scariche dielettriche oppure un arco voltaico, è necessario
    introdurre un circuito di protezione.
    Questo può essere:

     

    • Un circuito R-C in parallelo al finecorsa se alimentato in V dc
      (Figura 1).
    • Un diodo in parallelo al carico se alimentato in V dc (Figura 2).
    • N°2 diodi Zener in parallelo al carico se alimentato in V ac/
      dc (Figura 3).
    • Un varistore (VDR) in parallelo al carico se alimentato in V ac/
      dc (Figura 4).


    La commutazione di carichi capacitivi o l’impiego di cavi con
    lunghezza maggiore a metri 10 produce picchi di corrente al
    momento dell’inserzione. Perciò è necessario introdurre una
    resistenza di protezione vicino al finecorsa sul filo marrone.
    In questa fase è necessario mettere attenzione garantendo la
    minima corrente necessaria per pilotare il sensore (10÷20 mA)



    Schema

     

     

     

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